Lo sapevi che… Il Caffè

Pubblicato il 5 Anni fa

LO SAPEVI CHE  … Il caffè è la bevanda più diffusa, dopo l’acqua, e ogni giorno al mondo si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè.

Intorno all’anno 1000 alcuni commercianti arabi portarono dai loro viaggi in Africa dei chicchi di caffè da cui traevano una bevanda eccitante per ebollizione che chiamavano qahwa (“eccitante”). Da qui alla parola turca kahve e all’italiano caffè il passo è stato breve. Ma c’è chi sostiene che il nome in realtà derivi da Caffa, regione dell’Etiopia dove cresce spontaneamente.
Il caffè si diffuse in Europa soltanto nel XVII secolo con il nome provvisorio di “vino d’Arabia”.
Bollato dalla Chiesa come “bevanda del diavolo”, per le sue proprietà eccitanti, fu per anni (preparato “alla turca”, sciolto nell’acqua) una bevanda da taverna. Almeno fino all’alba del ’700, quando i caffè divennero luoghi di ritrovo frequentati da filosofi illuministi.

Ecco la sua storia e tante curiosità:

  • CHI NE BEVE DI PIÙ? Il paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno per persona. Mentre quello dove se ne consuma meno è Portorico. L’Italia è solo al dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè a persona, dopo Svizzera, Canada, Danimarca, Austria, ecc…

  • PUÒ ESSERE VELENOSO. La caffeina può uccidere. Ma bisogna bere tra le 80 e le 100 tazze di caffè in un tempo ristretto (circa 4 ore).

  • NON CONTIENE SOLO CAFFEINA. Ci sono almeno 1000 tipologie di composti chimici nel caffè, ma l’OMS ha recentemente scagionato il caffè dai sospetti che lo avevano etichettato come bevanda contenente composti cancerogeni.

  • L’ORA MIGLIORE PER BERE IL CAFFÈ? TE LO DICE LA SCIENZA. Ogni momento è quello giusto? Non proprio. Dalle 9:30 alle 11:30 del mattino è l’arco di tempo perfetto per bere caffè, secondo le neuroscienze e la crono-farmacologia.

  • È UNA MEDICINA. Uno studio del 2008 dell’Università di Lund in Svezia ha dimostrato che bere caffè ridurrebbe il rischio di cancro al seno, e nel 2011, la Harvard School of Public Health ha riferito di uno studio su 48.000 uomini, che bevendo 6 o più tazze al giorno di caffè hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata.  L’ultima notizia in ordine di tempo segnala il potere del caffè come “antidepressivo”: le persone che consumano dalle 2 alle 4 tazzine di caffè al giorno hanno il 50% di possibilità in meno di togliersi la vita rispetto alle altre.

  • PIACE AGLI ARTISTI. Al compositore J. S. Bach il caffè piaceva così tanto da dedicargli una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735.
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  • PERCHÉ QUELLO CHE SI BEVE IN ALCUNI LUOGHI È PIÙ FORTE? Dipende in parte dalla miscela. Le due principali specie di caffè, la robusta e l’arabica non hanno le stesse caratteristiche organolettiche. La robusta può avere il doppio di caffeina dell’arabica (che è più pregiata, ma meno “forte”). E in parte dipende dalla tostatura (o torrefazione) del caffè, il processo di arrostimento.

  • QUELLO DECAFFEINATO… NON LO È DEL TUTTO. Esiste un’unica variante di caffè decaffeinato naturalmente: la Coffea charrieriana, originaria del Camerun. Il resto del caffè viene decaffeinato in modo artificiale. Ma in realtà è impossibile eliminare del tutto la caffeina. In media in una tazzina di decaffeinato ci sarebbe l’equivalente di un quinto o un decimo di quella contenuta in una tazzina di espresso normale.

  • MACCHINETTE DEL CAFFÈ, ORGOGLIO ITALIANO. La prima macchinetta del caffè fu inventata dal milanese Luigi Bezzera che ebbe questa brillante idea nel 1901. Il brevetto passò poi nelle mani di Desiderio Pavoni che con la sua ditta produsse a lungo macchine del caffè in serie.

  • DONNE CONTRO IL CAFFÉ. In Inghilterra il suo consumo  si era diffuso così tanto tra gli uomini che, nel 1674, le donne londinesi, probabilmente esauste delle nottate che i mariti passavano fuori casa a bere caffè, organizzarono una vera e propria protesta chiedendo che fosse bandito e pubblicando la “Petizione delle donne contro il caffè”.

  • AMATO ANCHE DAGLI ANIMALI. Pare che anche gli elefanti ne siano ghiotti. Mangiano, infatti, le bacche di caffè come se fossero gustosi snack. I chicchi si mantengono intatti nel processo digerente e vengono poi raccolti dallo sterco da cui deriva il Black Ivory, un caffè morbido e cremoso venduto nei più importanti mercati internazionali.
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