LO SAPEVI CHE  …Il Barbecue più grande del mondo poteva sfamare 1252 persone ed era lungo ben 1.500 metri.

Il termine barbecue ci fa pensare alle domeniche all’aperto con amici e parenti intenti a scaldare la carne tra una chiacchiera e l’altra. In realtà questa tecnica della cottura della carne a bassa temperatura su una fiamma indiretta, ha origini antichissime e la sua storia è indissolubilmente legata a quella del sud degli Stati Uniti. Infatti Cristoforo Colombo scoprì che le tribù indigene presenti sull’isola, che lui stesso chiamò Hispaniola, erano solite cuocere la carne con un metodo unico e mai visto: su una fiamma indiretta, con l’aiuto del legno verde utile ad evitare la fiamma viva e al

Ecco alcune curiosità:

  • L’origine del termine inglese barbecue, abbreviato nei paesi anglosassoni con la sigla “BBQ” deriva probabilmente da barbacoa, parola con cui gli Indiani Caribi dell’America centro-meridionali, indicavano una griglia di legno fissata a dei tronchi sotto la quale veniva acceso un fuoco per affumicare la carne. Un’altra versione ritiene che barbecue derivi dal francese “de la barbe à la queue”, cioè “dalla barba alla coda”. Al di là delle questioni linguistico-etimologiche, è dal 400.000 a.C. che gli uomini primitivi hanno scoperto che, usando la brace, la carne risulta più gradevole e digeribile, oltre a conservarsi più a lungo. Come naturale conseguenza si è iniziato a costruire i primi focolai, come la cottura allo spiedo verticale.
  • Oggi il BBQ è saldamente radicato nella pop-culture americana; vi sono programmi TV dedicati, bbq-trails, ovvero percorsi lungo gli stati del sud per assaggiare le diverse preparazioni di BBQ spostandosi da est a ovest, nonchè piatti fusion con la cucina messicana. Ma il vero southern BBQ deve avere una componente fondamentale: il fumo. Non a caso, molti ristoranti di BBQ si fanno chiamare smoke-houses. Ed è proprio il fumo – di ciliegioontanoquercia – che unito alle speziature, ai tempi lunghi ed alle basse temperature di cottura, conferisce un gusto davvero unico ed inconfondibile alla carne.
  • La legna conferisce la sfumatura aromatica giusta ad ogni alimento, mentre il calore che dal fuoco raggiunge i cibi espandendosi attraverso l’aria, rende sfiziosi i bocconi formando all’esterno una sorta di meravigliosa caramellizzazione. Che il legno non sia tutto uguale lo hanno voluto dimostrare anche al Prime Uve Invitational Barbecue Championship: in giuria nomi ritenuti massimi esperti del barbecue, tra cui Gianfranco Lo Cascio, creatore della BBQ4AllUniversity, suggerisce “Quella di faggio, per esempio, è ideale per le carni di manzo, di olivo per pesci e agnello, di ciliegio e di melo per crostacei e carni bianche, di noce e acero per maiale e pollo”.
  • Sono tante le storie ad insegnarci che i più grandi successi vengono da un fallimento. Uno tra i tanti, probabilmente l’indiscusso più famoso barbecue in commercio è il Kettle. Il Barbecue Weber, in principio era una boa. E’ il 1950 e la passione per il barbecue convince George A. Stephen a costruirne uno in muratura nella sua nuova casa in una cittadina vicino Chicago. Inaugurarlo con tutti gli amici è il passo successivo. Si potrebbe pensare, visto il personaggio in questione, che il successo della grigliata fosse assicurato. Niente di più lontano dalla realtà: bocca asciutta e mani vuote per i partecipanti, il cibo era andato letteralmente in fumo. Sembrerebbe il colmo, ma il padre del barbecue non era stato in grado di controllare le fiamme. E’ da questo disastroso tentativo che ha inizio tutto. L’idea arriva proprio sul posto di lavoro: Stephen lavora per una compagnia che realizza boe. Quelle semi-sfere rappresentano il punto di partenza: fissa delle gambe alla sua base, crea fori per le prese d’aria e applica un coperchio. Questo è l’embrione di un Kettle Weber che crescerà fino a raggiungere la maturità qualitativa che noi oggi conosciamo. Nel 1952, venne immesso nel mercato con il nome di “George’s Kettle”, che offriva il vantaggio oltre di poter cucinare durante la stagione invernale o con avverse condizioni atmosferiche, ma di sfruttarlo come un vero e proprio forno alimentato a brace di carbonella/legna.
  • Nel Guinnes dei Primati troviamo anche il barbecue più grande del mondo. Più di 10.000 Kg di carne, grigliata per 1252 persone su un barbecue di 1.500 metri di lunghezza, che si è svolto a Montevideo (in Uruguay).
  • Nel 2017, invece,  la Calabria trionfa al campionato mondiale Word Barbecue Association, grazie all’abilità di 7 talenti della griglia 100 % calabresi che il 15 ottobre 2017 si sono aggiudicati il titolo di Campioni del Mondo per la categoria “Fish”.
  • Per gli amanti della cottura alla griglia non può mancare il robot da cucina che lava il barbecueGrillbot. E’ senz’altro l’oggetto smart del momento, tanto da imporsi come protagonista assoluto delle televendite americane del 2016. Il robot è una sorta di lavastoviglie ma portatile. Anziché lavare piatti e bicchieri è in grado di pulire le griglie del barbecue da ogni residuo di cibo e di grasso.
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